01/09/2016

ANCORA ENNEGRAMMA?!? SARA’ MEGLIO DI SI…

MA ALLA FINE, A COSA DIAMINE SERVE CAPIRE CHE PERSONALITA’ SONO?

Dato che mi sto allenando a fare l’E5 sessuale (non è quello che state pensando… purtroppo… ma questo è ancora l’E7 che sta parlando) comincio subito con la parte tecnica.

L’incredibile lavoro fatto da Manuele Baciarelli nella definizione dell’Enneagramma Biologico come uno strumento in grado di conciliare il mondo delle 5 Leggi del dottor Hamer con le iniziali 9 tipologie psichiche, permette all’Enneagramma di trovare una collocazione finalmente Biologica e non più solo esoterica. Che poi grosse differenze alla fine non ce ne sono, ma questa è un’altra storia.

Quello che è certo è che dalla nascita dell’Enneagramma Biologico tutti abbiamo avuto la possibilità di poter conoscere in anticipo quali sono i terreni patologici fertili su cui poter centrare l’unico lavoro PREVENTIVO che si possa fregiare di tale aggettivo.

C’è un “ma”.

Tutti ci siamo trovati a leggere le caratteristiche degli enneatipi e ad esclamare “anch’ io sono così”, “anch’ io faccio sempre in questo modo” o il classico “anch’ io sono sensibile e mi lascio prendere dalle cose”. Ed è proprio questo il “ma”: è sicuramente vero che se sappiamo quale enneatipo siamo, possiamo pronosticare quali sintomi potremmo avere, MA solo se davvero abbiamo capito con precisione CHI SIAMO.

Soprattutto entrando nel cuore della questione dei tre sottotipi si è palesata la necessità di definire con certezza la nostra corrispondenza e, con la lettura del suo nuovo libro COME USARE L’ENNEAGRAMMA BIOLOGICO, ne comprenderete la necessità “evolutiva”, indispensabile per capire la strada che può portare al tanto agognato “spostamento” consapevole della nostra personalità verso quella che non ha più i sintomi di cui vogliamo liberarci.

Del resto ricordo fin da piccolo il nervosismo che mi assaliva quando mia mamma mi urlava: “Ti avevo detto di spostare il vaso!”.

E mai una volta che mi avesse detto DOVE DIAMINE dovevo metterlo quel caspita di vaso che avrei dovuto spostare!

L’evoluzione della vita sulla terra e, più genericamente nell’universo creato, è stata una successione di acquisizioni e conquiste biologiche necessarie alla sopravvivenza e al perfezionamento in risposta a necessità derivanti da eventi stressanti, da “conflitti” per utilizzare termini che conosciamo meglio. Questo è il nocciolo della questione:

dobbiamo essere certi di sapere CHI siamo e dobbiamo essere ancora più certi di aver compreso la necessità BIOLOGICA di chi dobbiamo DIVENTARE.

Lasciare esperienze ininterrotte non permette alla nostra neurologia di placare quella sete saturativa recettoriale ed ormonale che fa da guida per le nostre pulsioni e per le tendenze recidivanti che, fino a quando continueranno ad esistere, ci manterranno sempre nello stesso mondo che ci caratterizza. È davvero una questione fisico-chimica, necessaria all’essere umano per fare esperienza di se stesso nel mondo. Fin quando non va in circolo l’ossitocina non percepiamo l’innamoramento. Fin quando non va in circolo l’adrenalina non percepiamo la paura eccitativa. Fin quando non va in circolo la melatonina non percepiamo il rilassamento fisico e mentale. E così per qualsiasi altra sensazione percepibile dopo il compimento di qualsiasi esperienza di vita. Non è un caso che tutti noi abbiamo l’impulso a cambiare atteggiamento o modalità di vita solo quando da una situazione affermiamo di “non provare più nulla”, di “non sentire più nessuna emozione” a differenza di prima: in pratica la NOIA è il segnale che ci dice che stiamo vivendo sempre le stesse situazioni nelle stesso modo non arricchendo più la nostra consapevolezza con la saggezza derivante l’esplorazione di nuove esperienze. Questo è il segreto della vita in evoluzione: sperimentazione continua della vita. Ed è la chimica ad permettere alla nostra anima di poter leggere le esperienze derivanti dall’interazione del nostro cervello per mezzo del corpo al lavoro nel mondo.

Ecco perché comprendere il nostro enneatipo, sottotipo, con la differenza tra maschio e femmina, destrimane e mancino ci diventa strumento di lavoro alchemico: sapere le tendenze recidivanti ci permette da subito di leggere la nostra vita come il risultato di una tendenza latente a rivivere sempre le stesse situazioni guidati dagli stessi ormoni che fanno da guida sicura, perché già sperimentata con successo, dalla nostra specifica personalità. La frase Squadra che vince non si cambia credo che sia il motto delle personalità egoiche.

Purtroppo troppo spesso con i test attualmente disponibili si tende ad inquadrarsi “per esclusione” tra due o tre scelte: quanti E3 credono di essere E7, quanti E6 credono di essere E1, quanti E4 credono di essere TUTTI gli enneatipi esistenti. E a quanti E9 va bene la prima cosa che esce dal test perché devono andare a preparare il pranzo per tutto il quartiere, ritirare i nipoti a calcio o a ginnastica, devono stirare le camicie del genero, devono lavare la biancheria del figlio e poi devono catalogare i francobolli nuovi che gli sono arrivati.

E quante volte nella compilazione dei test di fatto rispondiamo non con le caratteristiche che davvero abbiamo, ma con quelle che VORREMMO AVERE.

Proprio per queste ragioni alla fine della descrizione della descrizione di ogni tipologia in ogni libro dovrebbe essere inserita una pagina per le annotazioni da scrivere di volta in volta, man mano la lettura progredisce, con le caratteristiche che vi riconoscete tra i punti di forza e tra i punti deboli di ogni personalità. Ma soprattutto dovremmo intervistare le persone che più ci stanno intorno (quindi voi E5 farete velocissimo…) per chiedere a loro come ci vedono: credere di essere in un certo modo non significa esserlo davvero! E lasciate che dicano solo e soltanto quello che pensano senza influenzarli. E per voi E8: quando vi diranno che siete un pochino violenti, non rispondete di no mentre gli date un pugno sul naso, non sareste credibili. Idem con gli insulti.

Anche nel nuovo libro di Baciarelli alla fine, rileggendo tutte le annotazioni fatte e spulciandole da capo, si potranno avere molte sorporese: molte pulsioni sono comuni, come nel caso del seguire le regole per esempio, e quindi vi segnerete l’annotazione in più di un enneatipo. Solo che l’E1 segue le regole perché gli hanno detto che è giusto farlo; l’E8 segue le regole, ma solo e soltanto quelle che lui ritiene le più giuste; l’E6 segue le regole per paura di perdere il controllo della situazione; l’E7 segue le regole …solo quando c’è di mezzo una III misura di reggiseno abbondante.

Quindi, alla fine del lavoro di annotazione che farete di ogni caratteristica (che vi riconoscete e che gli altri vi riconoscono), ricordate di rivederle tutte alla luce della conoscenza del disegno globale della ruota dell’enneagramma: in questo modo diverrà più preciso l’inquadramento della vostra personalità, e di conseguenza della vostra strada da percorre per l’abbandono delle recidive e del vostro vecchio Sé che le determinava.

E poi che dire?  Grazie Manuele.

Tutti dovremmo essere grati per ciò che l’Enneagramma Biologico significa. Da quando il dr. R.G. Hamer ha riscoperto le Leggi Biologiche, la paura di ciò che la cosiddetta malattia significava ha cominciato a cedere. Ma dopo decine di pubblicazioni, corsi introduttivi e seminari di approfondimento, le persone riuscivano a capire ciò che stava loro accadendo, ma non si riusciva a fare nulla per evitare che queste risposte sensate del corpo ritornassero ad affliggerci: Hamer stesso si era reso conto che si moriva di “recidive”. Qui sta il punto: davvero ci basta sapere cosa abbiamo? Davvero ci basta sapere di cosa comunque, serenamente e senza paura, MORIREMO? Perché è di questo che stiamo parlando: le Leggi Biologiche raccontano e delineano con assoluta precisione la correlazione tra le manifestazioni fisiche del corpo e gli shock inaspettati ed inattesi a cui andiamo incontro, ma non riescono a definire una strategia terapeutica e di vita necessaria e sufficiente a far sì che questi eventi non ritornino a noi. Cosa questa che continuerà a rendere manifesta una risposta sensata attraverso la modifica consapevole della materia di cui il corpo è fatto: finché riuscirà a farlo.

Poi, un BEL giorno, un lampo di luce tra le nebbie degli shock: non è il corpo ad ammalarsi, è la personalità, attraverso di esso, che fa sentire la sua voce nell’interpretazione delle vicende della vita. Ecco perché non tutti hanno gli stessi sintomi. Ma soprattutto, ecco perché persone simili tra loro, che si comportano in modi ridondanti, manifestano sempre gli stessi sintomi: nasce l’Enneagramma Biologico, uno studio completo ed articolato di come le 9 tipologie di base dell’enneagramma, unite alle modalità conservativa, sessuale e sociale, differenziate dal mancinismo e destrismo, in una modalità di risposta ormonale maschile e femminile, vivono e sperimentano la vita, con ovviamente delle risposte diverse proprio in relazione al loro Enneatipo.

Adesso si può davvero cominciare a capire cosa fare: una volta individuati i sintomi ricorrenti, si può individuare quali tipologia di personalità stiamo incarnando. Per ora. Sì, per ora. Perché grazie alle moderne neuro-scienze sappiamo quanto il DNA possa essere influenzato dalle esperienze ambientali. E se il DNA può cambiare, possono cambiare anche le risposte che noi diamo agli eventi della vita. E se le nostre risposte cambiano, allora anche la nostra personalità inizia a cambiare. E se la nostra personalità inizia a cambiare, anche gli eventi che prima per noi costituivano quei calli dolenti che ci mettevano in condizioni di recidivare, inizieranno, molto naturalmente, a scomparire.

Troppo semplice? Esatto, proprio come è troppo semplice bere per far passare la sete, mangiare per far passare la fame, o iniziare a studiare per comprendere di più del mondo: troppo semplici come risposte ma FUNZIONANO!

Sono grato a Manuele per aver messo me e tutti noi nelle condizioni di poter individuare quelle modalità di interfaccia aperte con cui far comunicare il corpo (i sintomi) con la mente (la personalità) in modo da poterli dominare: adesso sappiamo cosa fare per “spostarci” coscientemente da una personalità all’altra, “surfando” sulle onde dei sintomi in linea all’evoluzione che questa natura ha scelto per sè.

 

Maurizio Forza

 

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